Il farmaco usato nel trattamento dell’epilessia potrebbe rendere benefici ai pazienti affetti dalla Sm
Le ricerche hanno dimostrato che un farmaco comunemente impiegato per aiutare pazienti con crisi epilettiche potrebbe essere utile anche per chi soffre di sclerosi multipla, perché riduce disturbi alla vista, sintomatici per circa la metà delle persone affette dalla sclerosi multipla. Il nome esatto di questa condizione è neurite ottica acuta, caratterizzata da un’infiammazione del nervo responsabile per la trasmissione dei segnali bioelettrici dall'occhio al cervello. Questa patologia è estremamente pericolosa per chi ne è colpito, essendo possibile causa della cecità. In casi più lievi la visione è offuscata e annebbiata, a volte dolorosa. La situazione diventa ancora più problematica perché i sintomi non sono l’unica cosa da temere. Questa condizione ha come conseguenza gravi danni agli occhi e nervi, anche se i sintomi migliorano o spariscono completamente.
Al momento, il sopradescritto sintomo della sclerosi multipla viene trattato con farmaci steroidei, mentre il nuovo farmaco in questione, anticonvulsivante e antiepilettico, è fenitoina, efficace nel rallentamento degli impulsi cerebrali che creano convulsioni.
Lo studio è stato realizzato su 86 persone affette dalla neurite ottica acuta. Ad alcuni di loro è stata somministrata fenitoina mentre agli altri è stato prescritto un trattamento placebo, senza che ne fossero consapevoli. Tutti hanno preso la medicina prescritta per 2 settimane durante le quali avevano dei sintomi. Trascorso questo periodo, hanno continuato a prenderla per altri 3 mesi.
Al fine di esaminare i risultati, i ricercatori hanno misurato lo spessore della retina e testato la vista (percezione del colore e nitidezza) di ogni soggetto che ha partecipato allo studio. E’ stato dimostrato che quelli che avevano ricevuto fenitoina avevano il 30% in meno di danni ai nervi della retina rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo.
I risultati sono stati presentati dal dottore Raju Kapor, di National Hospital for Neurology and Neurosurgery di Londra, Regno Unito, in occasione del 67° meeting annuale dell’ American Academy of Neurology's (AAN) a Washington.