Broncopneumopatia cronica ostruttiva trattamento
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è un'affezione infiammatoria cronica progressiva caratterizzata da una limitazione del flusso aereo causata da un'infiammazione. Esistono due forme nosologiche della BCPO: bronchite cronica ed enfisema. La bronchite cronica è caratterizzata da un’infiammazione cronica delle vie aeree che porta all’iperplasia delle cellule mucipare, aumento della secrezione bronchiale e broncocostrizione. L’enfisema polmonare è accompagnata dalla distruzione delle pareti alveolari che provoca dilatazione degli spazi aerei a valle dei bronchioli terminali. La BPCO ha un andamento progressivo che porta alla perdita della funzione polmonare. Dati recenti dimostrano un aumento della mortalità a causa della BPCO. Come previsto la BPCO sarà la terza principale causa di morte nel mondo entro il 2020. Inoltre, finora la BPCO rappresenta un grave problema socio-economico al livello globale.
Si ritiene che la BPCO sia causata dall'interazione di fattori genetici ed ambientali. Lo stress ossidativo, l'inquinamento atmosferico e il fumo di tabacco rappresentano i principali fattori eziologici che possono portare allo sviluppo della BPCO. Circa 1-3% dei casi di enfisema sono dovuti alla carenza dell'enzima α1-antitripsina causata dal gene difettoso 14q32.1, noto come il gene Serpin A1.
È importante sottolineare che l'attuale trattamento farmacologico della BPCO non modifica il corso progressivo della malattia e di conseguenza, non incide sulla progressiva perdita della funzione polmonare. Pertanto, è solamente un’opzione terapeutica palliativa diretta alla riduzione dei sintomi, della frequenza e la gravità di esacerbazione, nonché al miglioramento dello stato di salute e la tolleranza dei pazienti.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva trattamento con cellule staminali
Oggi la terapia con le cellule staminali rappresenta un’alternativa incoraggiante per pazienti affetti dalla BPCO. Per più di 10 anni le staminali si utilizzano nel trattamento di diverse patologie, ottenendo risultati più importanti nella cura delle malattie infiammatorie croniche refrattarie. Queste cellule hanno delle proprietà uniche: sono immunomodulatorie, proangiogenetiche ed antifibrotiche, quindi inibiscono l’infiammazione e la fibrosi promuovendo rigenerazione del tessuto. È necessario ribadire che le cellule staminali sono non-immunogeniche e si possono trapiantare incondizionatamente senza impiego di immunosoppressori. Si crede che il microambiente dei tessuti danneggiati crea dei fattori che attraggono le staminali alla parte lesa e contribuiscono il loro differenziamento in cellule desiderate. Per questo le cellule staminali promuovono la rigenerazione del tessuto differenziandosi in cellule danneggiate. Inoltre, in presenza delle staminali, vengono prodotte le cellule APC immature o parzialmente immature, che disattivano cellule T portando alla sottoregolazione della reattività delle cellule immunitarie attivate. A causa del loro potenziale immunomodulatorio, le cellule staminali mesenchimali riducono danneggiamento del tessuto.
Uno studio clinico recente pubblicato nel 2013 da Weiss D.J. et al. ha dimostrato che l'uso di cellule staminali mesenchimali (MSC) in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva moderata o grave era sicuro. È stato uno studio clinico prospettico, randomizzato, controllato con placebo, condotto in doppio senso, che ha incluso sessantadue pazienti con la BPCO moderata e grave provenienti da sei istituzioni differenti. Tutti sono stati divisi casualmente in due gruppi. Il primo gruppo includeva i pazienti che hanno ricevuto quattro terapie endovenose di MSC con frequenza mensile. Il secondo gruppo era di controllo. Il periodo di osservazione è stato di due anni. È importante notare che l'infusione di MSC non è stata accompagnata da effetti collaterali nei pazienti. La somministrazione sistemica delle MSC ha portato alla riduzione di infiammazione come evidenziato dall’abbassamento dei livelli di proteina C-reattiva nei pazienti curati con le MSC i quali all’inizio avevano quantità elevata proteina C-reattiva circolante. Inoltre, lo studio ha rivelato un calo più significativo della pressione arteriosa polmonare nel gruppo trattato con le MSC rispetto al gruppo di controllo 6 mesi dopo l’inizio dell’esperimento. I dati riscontrati hanno confermato la fattibilità e utilizzo sicuro delle MSC nel trattamento della BPCO moderata e grave.
Risultati incoraggianti sono ottenuti in uno studio clinico in cui i pazienti con la BCPO avanzata precedentemente curati con medicine convenzionali senza effetto positivo erano sottoposti alla fleboclisi tramite la quale hanno ricevuto le staminali prelevate dal midollo osseo autologo. Quattro pazienti affetti dalla enfisema polmonare avanzata sono stati inclusi nello studio. Tutti hanno ricevuto l’infusione endovenosa delle cellule staminali prelevate dal midollo osseo autologo. Il periodo di osservazione è stato di tre anni. Bisogna notare che nessun paziente ha sofferto reazioni avverse in seguito alle terapie con le staminali. Si è notato che i parametri della spirometria sono migliorati dopo il trattamento con le staminali. Inoltre, in tutti i pazienti si è rilevato rallentamento della degenerazione patologica nonché i miglioramenti della condizione clinica e della qualità di vita ribadito da tutti i pazienti. Cambiamenti notati nello studio clinico hanno provato che il trapianto delle staminali prelevate dal midollo osseo autologo è sicuro ed efficiente nel trattamento della BPCO.
I risultati ottenuti nello studio hanno confermato fattibilità, sicurezza ed efficienza dell’utilizzo delle cellule staminali nel trattamento della BPCO. Inoltre, i dati disponibili hanno dimostrato che la terapia con le staminali porta al rallentamento della progressione patologica della malattia.